Il primo romanzo del collettivo Joana Karda di Gianluca Bocchinfuso vai alla rivista IL SEGNALE n.118 “…Nel romanzo di Joana Karda riscontriamo una sorta di passaggio da un impianto realistico - che si dipana in età e mondi diversi - ad un altro più centrato sulla riflessione della propria malattia, l’analisi progressiva del proprio io superiore ad ogni elemento naturale e ad ogni elemento generale. Uno sforzo che mette la macrostoria in secondo piano e lascia centrale l’occhio verso sé stessa, verso la microstoria di piccole relazioni. Un sé spesso impaurito, spesso disorientato nel ritrovarsi e riprendere le strade vissute e quelle ancora da vivere. Non è semplice gestire le relazioni e le aspettative sulla propria vita soprattutto quando rimangono alcuni elementi irrisolti, come l’episodio di violenza subito in età giovanile. Quest’opera di Joana Karda può considerarsi un’opera già matura. La struttura narrativa e gli elementi tematici stanno dentro un’unitarietà stilistica forteme
vai su WORD FETCHER SCONFINATA Esiste una realtà priva dei confini della lingua nella quale la si esprime? È una domanda che rimanda alla torre di Babele, all’inevitabilità dell’incomprensione tra culture diverse, lingue diverse. Eppure, nonostante la lingua porti in sé il duplice aspetto della comunicazione e della continua necessità di traduzione, nonostante sia allo stesso tempo un ponte per attraversare un confine e la linea dello stesso confine, esistono esempi di scrittura sconfinata , quella che si fonda sul presupposto di poter unire molte voci, provenienti da molte culture, mettendo in atto esperimenti collettivi. La scrittura collettiva è un po’ come la musica d’insieme, dall’ensemble all’orchestra. Le lingue sono diverse, come tanti strumenti, ma l’intento è cercare armonia, far sconfinare una storia oltre il limite di una sola cultura. Nella Nuvola di Fuksas , ai tempi di Plpl2019 , ho incontrato la parola sconfinata durante la presentazione del libro “Le molte vite di M